Bio italiano esportato in tutto il mondo: la qualità che premia

La performance dell’export dei prodotti biologici italiani registra ottimi risultati a fine 2020 sia in termini di vendite (+ 15%) che di operatori (+8,2%). Nel mercato interno, le famiglie italiane incrementano il consumo di prodotti biologici e anche il numero delle persone che hanno acquistato nel corso dell’anno almeno una volta prodotti bio sale al 74% (+5% su base annua). Altro dato interessante riguarda la “fidelizzazione” al biologico: una volta provato un alimento bio ci si affeziona, ben il 90% dei consumatori hanno iniziato a comprare alimenti biologici nell’ultimo biennio, di questi il 25% ne consuma regolarmente ogni giorno, mentre il 43% almeno una volta a settimana.

Quali sono i prodotti biologici più venduti in Italia e all’estero

La vendita di prodotti bio è aumentata in quota maggiore (87%) nella fascia di popolazione con reddito medio alto, elevato titolo di studio e nelle famiglie con figli minori di 12 anni, vegetariani e vegani, o con membri con patologie per cui la dieta costituisce una parte importante della cura o a cui prestare attenzione. I prodotti dell’ortofrutta occupano la prima posizione, seguiti dall’ olio extra vergine di oliva, le uova, il miele, confetture e marmellate, i formaggi freschi, yogurt, burro, riso e pasta. Nell’ambito degli articoli bio si contempla anche il settore no food quali i prodotti per la cura e l’igiene personale naturali e certificati, i cosmetici e i prodotti di erboristeria, detergenti per superfici. Il fatturato dei cosmetici green nel 2020 si attesta su 950 milioni di euro, pari al 10% di tutto il comparto.

Le motivazioni che spingono ad acquistare sempre più prodotti biologici sono la sicurezza per la salute (il 27%), il rispetto per l’ambiente (il 20%), maggior controllo sulla qualità e il processo produttivo (14%). I criteri di scelta sono la provenienza del prodotto e la marca. Indubbiamente, molte linee di prodotti biologici italiani sono note nel mondo, motivo per cui l’export è in crescita costante.

I paesi stranieri che comprano il biologico italiano

Il made in Italy biologico è molto amato all’estero e lo confermano i dati pubblicati da Nomisma per ICE (Istituto del Commercio Estero). Gli Stati Uniti e il Canada sono i paesi destinatari della maggior parte del biologico italiano: nel 2020, l’81% delle famiglie americane ha acquistato almeno un prodotto bio made in Italy, contro il 76% dei canadesi. In entrambi i paesi, gli articoli italiani sono considerati quelli di maggior qualità nella media dei prodotti di origine biologica controllata e certificata. Al terzo posto, l’Olanda genera un fatturato per l’export del bio di 928 milioni di euro, seguito da Vietnam e Spagna. I dati, invece, forniti da AssoBio rilevano che l’export del biologico italiano cresce al ritmo del 10% annuo. I Paesi europei principali destinazioni del bio made in Italy – dopo l’Olanda – sono: Germania, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Paesi Bassi.

Strategie di vendita del biologico all’estero

L’internazionalizzazione dei prodotti biologici non è appannaggio solo delle grandi marche: qualsiasi azienda in espansione è in grado di trovare il proprio mercato anche all’estero, l’importante è avere cura, pazienza e competenza su alcuni aspetti più tecnici e burocratici. Gli step principali per posizionarsi all’estero sono tre:

  1. Analisi di mercato: è fondamentale scegliere il mercato di destinazione in base a dettagli tecnici e pratici piuttosto che al solo “desiderio” di esportare in un paese specifico. Occorre infatti valutare la distanza geografica e come garantire la freschezza del prodotto, le eventuali limitazioni legali del paese di destinazione rispetto a taluni prodotti e le certificazioni sanitarie richieste. Inoltre non bisogna sottovalutare la concorrenza e lo studio di quali e quanti prodotti simili al proprio sono già presenti sul mercato di destinazione, le quotazioni e i prezzi applicati sui clienti finali. Individuare il target e cercare i fornitori e gli importatori per la rivendita sul mercato estero
  2. Piano di marketing: come per ogni cosa la “pubblicità è l’anima del commercio”. Occorre mettere a punto una strategia efficace per far conoscere il prodotto, valorizzarlo e promuoverlo. Oltre al sito web, sarà necessario avviare campagne web sulle principali piattaforme social, usare mezzi di comunicazione rapidi per interagire con i potenziali clienti, campagne Adwords, newsletter e ogni attività promozionale in grado di creare valore aggiunte e mettere in rilievo la qualità dei prodotti;
  3. Vendita e post vendita: trovati i distributori interessati, occorrerà stimolare le trattative commerciali, avere ottime capacità comunicative, linguistiche e commerciali, avvalersi di una solida rete di collaborazione tra fornitori, trasportatori, distributori affinché il servizio sia sempre puntuale e si crei fidelizzazione sia all’interno della filiera che verso il consumatore finale.

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