L’emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del contagio da COVID19 ha inevitabili conseguenze anche sulla filiera lattiero-casearia mettendo in evidenza due aspetti critici: come utilizzare il latte prodotto e non ritirato dalle aziende di trasformazione con conseguente calo delle vendite sia nel mercato interno che estero e cosa fare della raccolta del siero da destinare agli impianti digestori che producono biogas. La soluzione viene dalla collaborazione tra Inalpi e gli assessorati regionali all’agricoltura.
L’accordo INALPI
Il primo Assessorato all’Agricoltura a lanciare l’allarme è stato quello della Regione Piemonte e su richiesta di questo e delle rappresentanze delle imprese agricole e agro-industriali è stata avviata una collaborazione con INALPI S.p.A. – uno stabilimento di produzione e trasformazione del latte e dei suoi derivati – che si è impegnato nel ritirare il latte dalle stalle indipendentemente dal quantitativo e da destinare alla produzione di latte in polvere. Qualora lo stabilimento non riuscisse a utilizzare tutto il latte raccolto, le eccedenze saranno ridistribuite a livello nazionale presso altre industrie.
Relativamente al siero per i bio-digestori, la regione Piemonte ha deliberato la consegna temporanea e l’invio del siero di latte presso gli impianti di digestione anaerobica autorizzati secondo dispositivo di legge n. 387 del 29 dicembre 2003, in deroga alla composizione delle matrici di ingresso ai bio-digestori contemplata nelle autorizzazioni e secondo il protocollo di riconoscimento sanitario previsto.