Coronavirus e alimentazione: come difendersi e rischi per il settore agroalimentare

L’emergenza sanitaria mondiale causata dalla diffusione del cosiddetto coronavirus ha delle indubbie ripercussioni su molti settori economici e produttivi, inclusa tutta la filiera agro-alimentare e della ristorazione. Secondo i dati forniti dal Centro studi della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Servizi), gli effetti delle misure poste a contrasto del contagio – tra cui la chiusura delle attività di ristorazione – comporteranno una perdita stimata intorno ai 10 miliardi di euro nel primo trimestre 2020. Tuttavia, la necessità di restare a casa, provoca l’aumento del consumo di beni alimentari primari come farina, latte, uova, pasta, frutta e verdure che sosterranno i fragili equilibri economici, ma potrebbero comportare squilibri sul piano nutrizionale della popolazione in isolamento.

Dieta e nutrizione durante i periodi di isolamento forzato

La sedentarietà e il facile e continuo accesso al cibo in casa possono comportare disturbi fisici e nutrizionali sul lungo termine; per cui, sebbene non esista una dieta che protegga o prevenga dal coronavirus, si può comunque gestire meglio la nutrizione e l’apporto calorico durante il periodo di isolamento per evitare l’aggravarsi di patologie cardio-vascolari e l’obesità. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha redatto dei consigli nutrizionali per evitare l’aumento di peso durante l’isolamento, quali:

  1. Mangiare una sola portata e ridurre il consumo di bevande zuccherate e prodotti ricchi di zucchero, in genere;
  2. Aumentare il consumo di frutta e verdura fonti di vitamine e minerali che rafforzano le difese immunitarie;
  3. Mantenere nei limiti una lieve attività motoria domestica (cyclette, tapis roulant, ginnastica a corpo libero) ed esporre braccia e gambe per circa 30 minuti al sole per assumere vitamina D;
  4. Prediligere yogurt e formaggi freschi ai formaggi stagionati o ricchi di grassi;
  5. Ridurre i condimenti.

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