A fornire prova della qualità e dell’apprezzamento per la cucina italiana e per i tanti prodotti della nostra tradizione gastronomica che la compongono non sono soltanto i tanti ospiti stranieri che partecipano ai diversi eventi o manifestazioni organizzate annualmente o le recensioni positive espresse su giornali e riviste internazionali sia di settore che in generale, ma anche dai dati riguardanti le esportazioni all’estero di tali prodotti.
Uno dei settori di punta e che ha registrato una considerevole crescita nella prima parte del 2019 è quello dei prodotti lattiero-caseari. Infatti, dopo un 2018 positivo ma al di sotto delle aspettative attese, i primi dati del 2019 vedono invece una performance complessiva davvero considerevole.
E a spingere l’export italiano di formaggi e latticini non sono stati unicamente i prodotti più noti, come ad esempio il Parmigiano Reggiano, ma anche altri meno celebrati ma sempre di altissima qualità. Ed è proprio in questa fascia, ad esempio, che si situano le tante prelibatezze realizzate da La Pecorella, azienda rinomata del settore situata nel Lazio. Andiamo comunque a vedere nel dettaglio i dati rilevati di questa performance straordinaria per formaggi e latticini.
I dati complessivi delle esportazioni
![Caciotta mista al Peperoncino](https://www.lapecorella.it/wp-content/uploads/2018/04/res_CaciottaPeperoncino-1-1198x800.jpg)
Nel primo semestre 2019, in base alle rilevazioni Istat ed elaborate da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, importante ente pubblico economico), l’export italiano per formaggi e latticini ha registrato una crescita del 12%, un balzo consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che aveva visto un incremento soltanto del 3%, il più basso nell’arco dell’ultimo decennio. A spingere l’ottima performance di questo importante comparto italiano sono stati sia i formaggi stagionati che freschi.
In dettaglio, i formaggi stagionati hanno evidenziato una crescita del 14,5%, per un valore di circa 772 milioni di Euro, e che rappresentano ormai poco meno della metà dell’intero settore nel suo complesso, il 45% per l’esattezza. I formaggi freschi non sono stati da meno, realizzando un incremento del 6,3%, per un valore economico di 424 milioni di Euro. A questo punto è possibile vedere, all’interno di alcuni ambiti, quali i prodotti che hanno presentato i risultati migliori.
Le eccellenze italiane e le aree geografiche più performanti per l’export
Per quanto riguarda i prodotti stagionati, il balzo più consistente si è registrato negli Stati Uniti, con le esportazioni che hanno toccato i 147 milioni di Euro, con un incremento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2018. A favorire tali ottimi risultati sono state le vendite in particolare di Grana Padano, Parmigiano Reggiano (con una crescita del 26%) e dei pecorini (incremento del 28%).
A proposito di questi ultimi, viene sottolineato dall’Ismea il fatto che la crescita dell’esportazioni a livello di valore è abbinata ad un aumento più che proporzionale delle quantità, il che si traduce in una flessione del prezzo medio all’export. E ciò non fornisce di certo l’aiuto sperato e necessario all’importante filiera del latte ovino.
Stati Uniti a parte, l’andamento più che brillante delle vendite sia dei formaggi stagionati che di quelli freschi si è registrato anche in Giappone. In particolare, i primi hanno evidenziato una crescita del 22,8%, per un valore economico attestato a 19 milioni di Euro, mentre i secondi (cioè i formaggi freschi) un incremento ancora più sostanzioso, del 24,9%, per complessivi 17 milioni di Euro.
Paesi emergenti e prodotti lattiero-caseari italiani
A registrare, complessivamente, tendenze molto positive per le nostre prelibatezze a base di latte sono soprattutto i mercati di alcuni Paesi emergenti, in particolare dell’Asia. Infatti, in Cina ed Indonesia si sta apprezzando sempre di più tale genere di prodotti, con mozzarella e gorgonzola tra i protagonisti assoluti. Tuttavia, non mancano dati estremamente positivi anche per l’export verso l’UE, come il provolone (sempre più domandato ed acquistato in Spagna ed Austria) e l’asiago, molto richiesto in Francia, Regno Unito e ancora Spagna.
Nonostante tali numeri positivi per l’export, si prospettano periodi non facili per il settore lattiero-caseario italiano: ciò è dovuto ai dazi annunciati dagli Stati Uniti su diversi prodotti italiani (tra cui alcuni formaggi) e all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ed al contraccolpo (a livello economico e normativo) di tale evento sull’esportazioni verso questo importante mercato per il nostro Paese.