La crisi pastorizia in Toscana

La situazione del settore pastorizio in Toscana sembra tragica, in quanto oltre agli attacchi dei predatori e alla chiusura di alcune aziende, sono arrivate delle disdette dei contratti di fornitura del latte dalle principali aziende di trasformazione, apparentemente immotivate.

I fattori della crisi

Caciotta mista Senella

Sul piano degli attacchi, i predatori a dar problemi sono principalmente i lupi o loro ibridi, i quali attacchi portano spesso alla morte, al ferimento o alla dispersione di vari esemplari di pecore; nonostante la regione debba risarcire al 100% questo tipo di danno, vi sono danni indiretti non ancora risarcibili come perdita di produzione di latte o mancate nascite di agnelli.

La chiusura delle aziende è dovuta invece perlopiù al calo improvviso dei prezzi del latte: il settore ovicaprino conta in Toscana 1500 aziende il cui 30% di produzione totale è destinato al Pecorino Toscano DOP, un prodotto che godeva, fino a un anno fa, di un mercato in espansione.

Il fattore nuovo di crisi riguarda la disdetta da parte di Granarolo e Alival delle forniture: la situazione oggi è poco chiara, ma si ipotizza un tentativo di delocalizzazione o una diversa strategia industriale; altri sostengono che ciò sia dovuto alla concorrenza tra le regioni, molto alta nel settore, e ai prezzi relativamente più alti dei toscani; altri ancora urlano al complotto contro il Pecorino toscano.

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