Formaggi tipici italiani: eccone alcuni

L’Italia è un posto quanto mai famoso per gli ottimi prodotti tipici di ogni regione, diversi da nord a sud per le caratteristiche ma identici per unicità ed eccellenza sia a livello qualitativo che di gusto.  Tanti di questi prodotti sono a marchio DOC (cioè Denominazione Origine Protetta) oppure IGP (ovvero Indicazione Geografica Protetta) e, molti altri sono DOCG (acronimo di Denominazione d’ Origine Controllata Garantita). Tali marchi permettono di tutelare e garantire sia i produttori nei confronti del mercato, che i consumatori nei confronti dei produttori.

Tantissimi i tipi, le forme e i sapori

I formaggi tipici sono veramente tantissimi e si differenziano per tipologia, per stagionatura e per sapore. Certi sono più presenti nel nord Italia, alcuni al centro ed altri al sud; poi, troviamo quelli specifici di aree geografiche parecchio circoscritte.

Il caciocavallo

Si tratta di un formaggio da pasta filata molto consumato nel sud Italia. In parole povere è un formaggio che deriva dall’unione di varie provole, che nei tempi antichi erano legate assieme e lasciate stagionare “a cavallo” di un legno posto in orizzontale. Il caciocavallo è prodotto generalmente nelle masserie ed è più pregiato se prodotto da latte di mucche allevate allo stato brado, con un’alimentazione molto varia. Il formaggio viene fatto stagionare tra i 3 e i 4 mesi, e lo si può trovare sia piccante che dolce in base al caglio usato.

Il pecorino

Con questo termine si può indicare qualsiasi formaggio fatto con il latte di pecora. Per questo motivo nelle diverse regioni italiane si trovano varie tipologie di pecorini: il pecorino romano, il pecorino siciliano, il pecorino sardo, il pecorino toscano, ecc. Si tratta di un formaggio dalla pasta compatta e bianca che ha una stagionatura variabile dagli 8 ai 12 mesi.

Il provolone

Si tratta di un formaggio dalla pasta filata che molto probabilmente trova origine nell’Italia meridionale ma che, ormai, viene prodotto e consumato in tutta Italia. Spesso il provolone prende nomi differenti in base alla forma che gli viene data: ci sono quindi i giganti, i gigantini, le pancette e i pancettoni, ecc.

La caciotta romana merita un capitolo a parte

Trattandosi di un prodotto fresco che viene fatto dappertutto, possiamo dire che il nome deriva dal termine “cacio”, parola di origine latina utilizzata per indicare, appunto, il formaggio. La caciotta ha comunque una storia relativamente recente perché è nata dall’abbandono della pratica della transumanza e dallo sviluppo delle catene del freddo, per cui i produttori hanno cominciato di immettere sui mercati un formaggio meno stagionato, dal gusto meno pronunciato e piccante, che accogliesse il consenso di un pubblico più ampio. Da qui la caciotta, prodotta con una tecnica che ricorda quella per il pecorino, dal quale si diversifica per alcune caratteristiche: il formaggio è a pasta molle e viene prodotto generalmente con tutti i tipi di latte; è morbida al tatto ed elastica al taglio, ha una superficie compatta e bianca con sporadica occhiatura.

La caciotta romana rappresenta un formaggio, generalmente, fresco anche se esiste la caciotta stagionata che ha un sapore più deciso; la pasta cruda, abbastanza compatta, dal colore bianco che può variare sino ad un giallo paglierino tenue. Le caciotte miste (con latte di mucca e latte di pecora) come la nostra Caciotta La Pecorella, sono dei formaggi appetitosi e gustosi, prettamente tipici delle campagne romane.

Come utilizzare la caciotta nelle nostre cucine

Grazie al suo gusto e alla sua capacità di sciogliersi e fondersi in molte preparazioni, la caciotta viene utilizzata molto spesso in cucina nella creazione di numerosi piatti come, ad esempio, il buonissimo Girello di vitello maremmano con rucola e caciotta o lo sformatino di verdure adagiato su fonduta di formaggi. Inoltre, la caciotta è il formaggio ideale per farcire sia toast che panini ed è perfetta anche come formaggio da tavola da essere gustato in purezza o in accompagnamento a miele e confetture.

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