Il formaggio per gli amici a 4 zampe: quale preferire?

I cibi che sono nutrienti per l’uomo, a volte possono avere delle conseguenze negative per i nostri amici a 4 zampe. Ci chiediamo: i cani possono mangiare i formaggi? La risposta, per la maggior parte di loro è si! Ma quali varietà e in che quantità? Scopriamolo in questo articolo dedicato al formaggio per gli amici a 4 zampe.

Come scegliere al meglio

I formaggi sono un alimento basilare in tutto il mondo e ne esistono più di 1000 tipi. Inizialmente fu inventato per mantenere più a lungo il latte ma oggi è un alimento che si consuma in molte diete sia fresco oppure come base in molte ricette. Generalmente i cani non presentano problemi mangiando il formaggio ma soltanto se si rispettano le giuste quantità e si fa attenzione a qualche eccezione.

I formaggi contengono una quantità sorprendente di vitamine e di minerali come il calcio e il fosforo, indispensabili per far crescere in salute le sue ossa. Vi sono poi le proteine, responsabili di vari processi e che contribuiscono alla formazione dei muscoli; la vitamina A per la vista; la vitamina B12 per la formazione dei globuli rossi; lo zinco indispensabile per il sistema immunitario. Insomma, nutrienti essenziali per il benessere del cane.

I formaggi presentano anche dei grassi che aiuta il cane ad assorbire le vitamine liposolubili come la stessa vitamina A. Inoltre, fornisce anche energia ma bisogna fare attenzione alla quantità per evitare l’obesità.

Il formaggio è comunque un prodotto pensato per l’uomo che adora il gusto del sale. Questo, infatti spesso è molto abbondante nei formaggi ma, per il cane, un’elevata quantità di sodio può portare all’innalzamento della pressione sanguigna e, a lungo andare, causare danni agli organi. Il sodio, tuttavia, è essenziale per il benessere del cane quindi sì ai formaggi che sull’etichetta contengono un contenuto modesto di sodio.

E se il cane è intollerante al lattosio?

In alcuni casi il lattosio causa delle intolleranze sull’animale ma come si fa a sapere se il nostro cane ne soffre? I giovani mammiferi, cani e umani compresi, producono l’enzima lattasi per digerire il lattosio. Negli adulti la produzione diminuisce perché solitamente trovano da soli il cibo senza ricorrere al latte materno.

Dopo la fermentazione la quantità di lattosio nel formaggio diminuisce moltissimo quindi proporlo al cane in piccole quantità non è un problema in caso di intolleranza ma non può sostituire un pasto. Alcuni cani sono invece allergici alle proteine ​del latte di mucca e avere reazioni allergiche come gas, vomito, diarrea, gonfiore, arrossamento della pelle, prurito o dermatite. In presenza di questi sintomi probabilmente il tuo cane è intollerante quindi sarebbe meglio preferire i formaggi a basso contenuto di lattosio o orientarsi verso formaggi caprini o di pecora.

Cosa proporre al cane?

Tra i formaggi consigliabili per il cane vi sono:

  • Il formaggio che ha un contenuto di lattosio piuttosto basso,
  • Il formaggio a pasta filata, come ad esempio la mozzarella che contiene poco sodio,
  • La ricotta, come la nostra “Ricotta La Pecorella”, anch’essa povera di sodio e più duri digeribile. Un recente studio sui trattamenti della colite nel cane ha usato una dieta che comprendeva la ricotta e non sono stati osservati effetti negativi evidenti.
  • Il parmigiano che ha un basso contenuto di lattosio ma è abbastanza ricco di sodio e quindi va somministrato in piccolissime dosi,

Sono da evitare, poi, alcuni ingredienti che comunemente vengono aggiunti al formaggio e che possono essere tossici per i cani come aglio, erba cipollina o cipolla.

Troppo formaggio, amico!

Anche se non è intollerante, il cane potrebbe avere dei disturbi legati all’assunzione di troppo formaggio presentando alcuni dei sintomi sopracitati. In questo caso, sarebbe meglio eliminare il formaggio dalla dieta e somministrargli più acqua. Ovviamente vi consigliamo di rivolgervi al veterinario per un trattamento adeguato.

Quindi, riepilogando il formaggio per gli amici a 4 zampe è un ottimo alimento ma se dato come complemento e non come fonte di nutrimento.

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