Guida essenziale all’acquisto dei formaggi italiani: un libro tutto da scoprire

Qualche anno fa, in molte delle librerie italiane, è uscito un libro dal titolo curioso “guida essenziale all’acquisto dei formaggi italiani”, un prodotto complesso nel suo intento perché riuscire a scrivere una guida di questo tipo e soprattutto “essenziale” non è affatto semplice!

A sostegno di quanto abbiamo appena affermato, vi basti pensare che, per scrivere una guida del genere, occorre individuare, regione per regione, i migliori caseifici italiani e i relativi prodotti di eccellenza al fine di offrire ai lettori uno strumento che gli permetta di acquistare i prodotti migliori.

La scelta dei caseifici è stata frutto di una rigorosa selezione fatta dall’autore e dai suoi collaboratori che hanno selezionato i duecento produttori più rappresentativi, non riuscendo a stringere il cerchio neanche di un po’, a questi duecento caseifici, ovviamente, vanno addizionati tutti i prodotti tipici da essi prodotti ed esportati in tutta la penisola e oltre.

Ecco che da un numero così ampio di caseifici non può che derivare una gigantesca quantità di nomi, cognomi, città, indirizzi, link foto e simili, il tutto organizzato e coordinato al fine di creare una guida essenziale ma allo stesso tempo completa e facile da consultare

Acquistare formaggi italiani: ecco come fare

I prodotti lattiero caseari sono molteplici e il mercato che li riguarda è una vera e propria giungla perché sui banconi, soprattutto agli occhi del consumatore medio, il formaggio italiano e quello non sono facilmente confondibili ed è per questo che oggi cercheremo di fare chiarezza su un tema così importante tanto per noi quanto per la nostra economia, al fine di evitarvi fregature.

Latte e formaggio sono due delle merci che non mancano mai nelle tavole degli italiani e che quindi vengono maggiormente vendute all’interno dei supermercati, richiamando a sé molte referenze.
Su una stesso scaffale, infatti, possono essere esposti formaggi a Denominazione protetta (DOP) insieme ai loro similari e breve distanza prodotti importati ed è per questo che solo gli intenditori o gli specialisti riescono a distinguere quelli veramente italiani ed è per questo che nel 2017 l’Italia ha introdotto una norma che rende obbligatoria la dichiarazione di origine della materia prima (ovvero il latte).

Tuttavia questa norma non sembra del tutto rispettata poiché spesso i produttori rendono più difficile la sua individuazione sull’etichetta o manca addirittura del tutto.
Per orientarsi serve quindi cercare una guida semplice ma precisa che vi consenta di non essere ingannati e di consumare il prodotto che desiderate e non la sua falsa copia.

La prima questione da risolvere è semplice e riguarda le informazioni che dovrebbero obbligatoriamente trovarsi sulle confezioni del latte fresco, che sono:

  • La denominazione di vendita che si basa sul trattamento termico subito dal prodotto;
  • Il produttore/confezionatore con l’indirizzo della sede dello stabilimento;
  • La data di scadenza o il termine minimo di conservazione che sia;
  • La data di confezionamento ;
  • Il lotto di produzione;
  • La quantità netta (esempio: 500 ml);
  • Le condizioni di conservazione (esempio: ”una volta aperto, conservare in frigo a 5°”);
  • La dichiarazione nutrizionale;
  • Il paese di origine;
  • L’eventuale zona di mungitura o gli allevamenti di origine (ove possibile).

Quello che più interessa il consumatore in questo caso, però, è la modalità di indicazione dell’origine, anch’esse regolate dalle leggi in vigore.
Al fine di evidenziare l’origine del prodotto è possibile indicare:

  • Il comune, la provincia o le provincie italiane (o del Paese dell’UE di provenienza);
  • La regione italiana o del Paese dell’UE;
  • Solo “Italia” (o il nome dell’eventuale Paese dell’UE)
  • La dicitura “UE” nel caso provenga da più paesi dell’Unione;
  • La dicitura “extra UE” nel caso in cui il latte sia originario di paesi non appartenenti all’Unione.

Ecco quali sono le indicazioni obbligatorie per i formaggi
Quelle sopra citate sono le indicazioni per l’etichettatura del latte (materia prima), ma naturalmente anche i formaggi devono avere la propria etichetta in cui si ha:

  • La denominazione dell’alimento;
  • L’elenco degli ingredienti e allergeni;
  • La data di scadenza;
  • Il nome e l’indirizzo del produttore;
  • Le modalità di conservazione;
  • La dicitura per l’identificazione del lotto.

In altri casi sull’etichetta compaiono anche informazioni per l’autorità di controllo tra cui il marchio di identificazione dello stabilimento di produzione.
Anche sulle confezioni dei formaggi stagionati o semi stagionati come caciotte, provolone, grana, taleggio e altri prodotti caseari come lo yogurt, devono essere indicate le stesse informazioni compreso il marchio di identificazione, fatta eccezione per alcuni prodotti.
Quello che però dispiace è che in realtà accade raramente che  i grandi produttori industriali scelgano di inserire tutte le indicazioni e informazioni che abbiamo detto,  privando così il prodotto del suo legame con il territorio che invece è essenziale per essere certi di ciò che si mangia.
Ecco che quindi cercare il miglior modo per riconoscere un formaggio italiano può essere utile tanto per il gusto quanto per il sostegno alla nostra genuinità, elemento che non guasta mai.

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